di S. Sanna (Quality Partner)
Mai come nel corrente esercizio abbiamo avuto l’evidenza dell’importanza del cambiamento climatico, manifestatosi attraverso fenomeni sviluppati dappertutto, quali aumento delle temperature, siccità, incendi, alluvioni, scioglimento dei ghiacciai. Questi fenomeni sono destinati a continuare finché non saranno a regime i piani sviluppati per ridurre l’emissione di C02 nell’atmosfera e gli altri rimedi collegati. Pertanto, anche l’impatto sulle imprese delle variazioni climatiche diventa sempre più importante. Il cambiamento può presentare importanti rischi per le imprese, incidendo sulle loro attività e relativi settori economici ma anche creare opportunità per le imprese che prestano attenzione alla riduzione o all’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici. Le imprese sono esposte a quanto sopra non solo direttamente, ma anche attraverso i contatti con i loro corrispondenti nelle filiere industriali o nei canali di distribuzione.
Non sorprende quindi che a livello internazionale da qualche tempo gli Organi preposti ai Principi Contabili Internazionali (IASB e Fondazione IFRS) si siano interessati all’argomento elaborando dei documenti come l’Ifrs Practice Statement 2 Making Materiality Judgements, il Climate- related Disclosures Prototype e l’ Effect of climate- related matters on financial statements. Proprio perché gli IFRS non menzionano specificamente i rischi relativi al cambiamento di clima questi documenti sono particolarmente utili per valutarne l’impatto sull’applicazione degli stessi alle voci del bilancio e per integrarli per quanto riguarda l’informativa sia qualitativa che quantitativa. Questo ovviamente quando l’effetto delle questioni legate al cambiamento climatico è rilevante sul bilancio nel suo complesso.
Le aree interessate possono essere molte ed importanti e qui se ne fornisce qualche esempio.
Fonti di incertezza nelle stime ed accantonamenti per rischi
I cambiamenti climatici possono avere effetti difficilmente stimabili per il futuro e quindi richiedere la necessità di riduzione di valore di alcune attività tra cui l’avviamento, la rideterminazione della vita utile degli impianti e macchinari ed impattare sulla determinazione dei flussi futuri per il calcolo dell’ impairment . Allo stesso modo gli accantonamenti ai fondi rischi potrebbero basarsi su elementi di incertezza difficilmente stimabili. In entrambi i casi è necessario fornire un’adeguata informativa in termini di metodi e assunzioni.
Particolare rilievo ci sarebbe inoltre se le questioni legate al clima creassero incertezze significative sulla capacità dell’impresa di continuare ad operare e quindi nella valutazione della continuità aziendale.
La rilevazione, valutazione e informativa sulle passività potrebbero essere influenzate da tematiche legate al cambiamento climatico quali:
- Sanzioni governative per il mancato raggiungimento di obiettivi legati al clima o per eventuali rimborsi legati ai danni ambientali;
- Contratti che possono diventare onerosi per perdita di entrate o aumenti di costi;
- Ristrutturazioni dovute a cambiamenti di produzione o specifici adeguamenti per limitare le emissioni;
- Incertezze nella gestione della filiera di fornitura delle materie prime e della produzione.
Cambiamenti nella produzione
A seguito degli effetti legati al clima, le rimanenze di prodotti possono diventare obsolete con necessità di svalutazioni fino al valore di realizzo e potrebbe essere necessario cambiare la produzione con relativa dismissione della linea precedente e necessità di nuovi investimenti.
Perdite su crediti
A seconda dei settori in cui la società opera le variazioni climatiche potrebbero creare problemi alla clientela col risultato di rendere più difficile la recuperabilità dei crediti e quindi con la necessità di dover effettuare svalutazioni per giungere al valore di realizzo.
Valutazioni al fair value
Come noto, una buona parte delle voci dei bilanci redatte secondo i principi IFRS prevedono la valutazione al fair value (strumenti finanziari, costo ammortizzato). Anche in conseguenza del notevole aumento dell’inflazione potrebbero esserci difficoltà nel definire i tassi da utilizzare per l’attualizzazione di alcune voci oppure richiedere informazioni più estese rispetto a quelle degli esercizi precedenti.
Imposte differite attive
Una conseguenza dei problemi climatici è l’incertezza sulla stima dei futuri utili imponibili di una impresa e quindi la difficoltà a rilevare imposte differite attive su perdite e crediti fiscali o relative a differenze temporanee deducibili, oppure a svalutare le imposte differite contabilizzate negli esercizi precedenti.
Informativa relativa al cambiamento climatico
Questo aspetto è trattato specificamente nel documento (sotto forma di bozza) “Climate- related Disclosures Prototype” menzionato in precedenza.
Le imprese dovrebbero mettere in grado i lettori dell’informativa finanziaria di determinare l’effetto dei rischi e delle opportunità dei cambiamenti climatici sul bilancio e sulle previsioni finanziarie per il futuro in modo da aiutarli nella loro valutazione dell’impresa. L’informativa dovrebbe anche consentire di capire come la gestione dell’impresa se e come sia in linea con le strategie e le risposte necessarie per far fronte ai suddetti rischi ed opportunità.
I rischi legati ai cambiamenti climatici sono quelli fisici legati ai cambiamenti e quelli legati al passaggio ad un’economia che limiti le emissioni nocive.
L’informativa deve riferirsi anche alla misurazione della gestione dei rischi ed opportunità e a questo proposito vengono forniti in appendice dettagliati criteri di valutazione ed indici di performance per settore oltre alla necessità di definire specifici obiettivi. Si tratta degli indici comunemente adottati nei bilanci di sostenibilità.
Quanto analizzato finora si riferisce ad imprese il cui quadro di riferimento normativo è rappresentato dagli IFRS e al momento non esiste alcuna richiesta specifica per quanto riguarda i bilanci redatti secondo i principi dettati dall’OIC. Considerando lo sviluppo dei principi contabili italiani è prevedibile che si arrivi ad una sempre maggiore integrazione e conformità con i principi contabili internazionali e quindi allo stato attuale è raccomandabile di fare riferimento per quanto possibile e compatibile alla impostazione esposta in questo articolo, utilizzando la parte della Relazione sulla Gestione dedicata ai rischi.
A supporto della integrazione tra Principi e Organismi appena accennata si riporta che il Decreto Milleproroghe del febbraio 2022 ha allargato alla il campo d’azione dell’ OIC che ora “partecipa al processo di elaborazione di principi e standard in materia di informativa contabile e di sostenibilità a livello europeo e internazionale, intrattenendo rapporti con la International Financial Reporting Standards Foundation (IFRS Foundation), con l'European Financial Reporting Advisory Group(EFRAG) e con gli organismi di altri Paesi preposti alle medesime attività".
Inoltre, tra pochi anni entreranno in vigore i principi ESG (environment, social governance) che allargheranno notevolmente il perimetro degli enti ai quali verrà richiesto di redigere uno specifico report di sostenibilità.